martedì 3 gennaio 2012

DANZA MACABRA DI VELENI PER PIU' DI TRENT'ANNI

 Bussi, 23 mag. - La Procura della Repubblica di Pescara ha emesso 33 informazioni di garanzia per i fatti connessi alla megadiscarica di Bussi. Il sito, scoperto lo scorso anno dal Corpo delle Guardie Forestali, è considerato la più grande discarica inquinata d'Europa. 
 Chiesta indagine epidemiologica
Nel sito sono state smaltite abusivamente dall'industria chimica pesante dagli anni '60 agli anni '90' tonnellate di sostanze pericolose per la salute che hanno inquinato i pozzi che servono l'area metropolitana Chieti-Pescara. 
ra i reati contestati a dirigenti Aca, Ato, industria chimica e enti pubblici, passati e presenti, l'avvelenamento dell'acqua, disastro doloso, turbativa e truffa. 
Le analisi scoprirono la presenza di sostanze tossiche e possibili cancerogene come tetracloruro di carbonio, esacloroetano, meta-crilonitrile: fra le possibili conseguenze delle sostanze che sarebbero contenute nell'acqua dei pozzi vi sono danni al fegato, ai reni e al colon retto. 
Fra i 33 destinatari di avvisi di garanzia nell'ambito dell'inchiesta riguardante la discarica di Bussi e l'avvelenamento dell'acqua dei pozzi Sant'Angelo destinati al consumo umano della Val Pescara figurano: Giorgio D'Ambrosio, presidente dell'Ato, Bartolomeo Donato Di Matteo, presidente del Cda dell'Aca, Bruno Catena presidente dell'Aca e Bartolomeo Di Giovanni direttore generale dell'Aca, Lorenzo Livello direttore tecnico dell'Aca, Roberto Rongione responsabile Sian della Asl di Pescara, Roberto Angelucci ex sindaco di Francavilla. I 33 indagati devono rispondere a vario titolo di reati quali avvelenamento delle acque, disastro doloso, commercio di sostanze contraffatte ed adulterate, delitti colposi contro la salute pubblica, turbata libertà degli incanti e truffa. 
Oltre ai vertici di Ato e Aca, nell'inchiesta condotta dalla Procura di Pescara, risultano destinatari di avvisi di garanzia anche amministratori e dirigenti dello stabilimento Montedison. I dirigenti avrebbero concorso ad avvelenare le acque destinate all'alimentazione umana prima che fossero attinte o comunque distribuite per il consumo attraverso la realizzazione a partire dal 1963 e fino al 1972 circa, su un terreno attualmente di proprietà della "Come iniziative immobiliari Srl" (oggi Montedison Srl, società interamente riconducibile al gruppo Montedison/Ediso), della mega discarica, sequestrata nel marzo 2007 dal Corpo Forestale dello Stato. Discarica posta a meno di 20 metri di distanza dalla sponda destra del fiume Pescara e destinata allo smaltimento illegale e sistematico di ogni genere di rifiuti, scaricati, stando all'accusa, fino al 1963 circa, direttamente nel fiume Pescara. L'inquinamento delle acque sarebbe proseguito poi con la realizzazione di una seconda e di una terza discarica. Gli indagati avrebbero contribuito, dunque, ad aggravare la situazione nella zona sino a cagionare il disastro ambientale sul suolo e sottosuolo delle aree interne ed esterne del polo chimico-industriale di Bussi. 
Nel registro degli indagati sono stati, quindi, iscritti: Guido Angiolini, amministratore delegato pro tempore di Montedison (2001-2003) e di "Servizi Immobiliari Montedison Spa" e "Come Iniziative Immobiliari Srl"; Carlo Cogliati, amministratore delegato pro tempore di Ausimont; Salvatore Boncoraglio, responsabile Pas della sede centrale di Milano; Nicola Sabatini, vice direttore pro tempore della Montedison di Bussi (1963-1975); Nazzareno Santini, direttore pro tempore della Montedison/Auusimont di Bussi (1985-1992); Carlo Vassallo, direttore pro tempore dello stabilimento Montedison/Ausimont di Bussi (1992-1997); Domenico Alleva, responsabile tecnico della terza discarica; Luigi Guarracino, direttore pro tempore dello stabilimento Montedison/Ausimont di Bussi (1997-2002); Giancarlo Morelli, responsabile Pas (Protezione ambientale e sicurezza) dello stabilimento Montedison/Ausimont di Bussi (1997-2001); e poi Camillo Di Paolo; Maurilio Aguggia; Leonardo Capogrosso; Giuseppe Quaglia; Maurizio Piazzardi; Giorgio Canti; Luigi Furlani; Alessandro Masotti; Bruno Parodi; Bruno Migliora. 
E' un diritto di tutti i cittadini sapere, dalle indagini che evidentemente hanno proceduto finora molto a fondo, chi per decenni chiuse un occhio o anche due su continuo, ripetuto, vistoso andirivieni di mezzi e persone che provvedevano a interrare a due passi da strade, autostrade, ferrovia, case e dall'ospedale di Popoli, tutti i veleni più micidiali. Uno scandalo che è durato un tempo infinito e che non ha mai suscitato - incredibile, ma vero - l'attenzione di politici, amministratori, forze dell'ordine, uffici di tutela dell'ambiente, sanità e da ultimi gli ambientalisti e gli ecologisti, troppo attenti alle piccole cose e totalmente assenti sulle grandi. Un'oscura, pesante vicenda sulla quale tutti chiedono piena luce. Grazie alla Procura di Pescara si è sulla buona strada. Forza, magistrati. 
WWF protagonista nella scoperta e nella denuncia 
La chiusura delle indagini sul disastro ambientale di Bussi e della questione dell’acqua distribuita a 500.000 cittadini della Val Pescara (comprese le città di Chieti e Pescara), rappresenta un’ulteriore, importantissima conferma delle denunce presentate dal WWF nel corso dell’ultimo anno": il WWF di oggi, non certo quello degli anni scorsi. 
Come si ricorderà, una parte dell’inchiesta è scaturita dalla segnalazione dell’Associazione che, a luglio 2007, aveva fatto analizzare l’acqua dei rubinetti della Val Pescara, provenienti dai Pozzi Sant’Angelo, a valle delle megadiscariche abusive di Bussi, riscontrando alte concentrazioni di contaminanti, tra cui il Tetracloruro di Carbonio e l’Esacloroetano (sostanze tossiche per fegato e reni: la prima classificata come possibile cancerogena per l’uomo). Successivamente, nonostante le smentite di alcune delle persone attualmente indagate, tra cui il presidente dell’Azienda Consortile Acquedottistica, Bruno Catena, e l’allora presidente dell’Ambito Territoriale Ottimale sull’acqua, Giorgio D’Ambrosio, il WWF aveva dimostrato come molti Enti fossero a conoscenza dell’inquinamento dei pozzi Sant’Angelo fin dal 2004, senza però aver mai provveduto ad informare i cittadini. 
Dichiara Dante Caserta, Presidente del WWF Abruzzo: “Siamo di fronte ad uno scandalo di livello europeo che coinvolge quella che era la più grande azienda chimica italiana: nella valle dei fiumi Tirino e Pescara è stata realizzata la più grande discarica abusiva di rifiuti tossici d’Europa. Il quadro di inquinamento emerso dalle indagini è di proporzioni inimmaginabili, visto che le sostanze tossiche e cancerogene in falda superano i limiti di legge per centinaia di migliaia di volte. La situazione è ancora più grave perché questo inquinamento ha determinato la distribuzione a circa 500.000 persone di acqua che l’Istituto Superiore di Sanità, smentendo l’Azienda Consortile Acquedottistica, l’Ambito Territoriale Ottimale e la ASL, ha dichiarato “non idonea al consumo umano”. È il completo fallimento del sistema di gestione, controllo e prevenzione dell’acqua denunciato dal WWF in questo anno e oggi portato alla luce grazie all’impegno del Corpo Forestale dello Stato guidato dal Dr. Guido Conti e dalla Magistratura nella persona del Pm Aldo Aceto. Le responsabilità dei singoli saranno accertate dalla Magistratura, verificando così anche la situazione di quanti in questi anni sapevano e non hanno fatto nulla.” 
"I provvedimenti della magistratura nei confronti degli esponenti del 'partito dell'acqua', cioe' del PD, confermano la giustezza della battaglia che Rifondazione e gli ambientalisti hanno portato avanti per la tutela della salute pubblica". Lo afferma in una nota l'ex deputato Maurizio Acerbo, portavoce del comitato di gestione di Rifondazione Comunista. "Ricordo - aggiunge Aceto - che e' stata una mia interrogazione parlamentare il 12 luglio dell'anno scorso a far emergere per la prima volta pubblicamente la questione rendendo noti i risultati delle analisi commissionate da WWF e Rifondazione sull'acqua erogata in val Pescara. Senza le iniziative intraprese da Rifondazione, WWF e Abruzzo Social Forum nulla sarebbe emerso e centinaia di migliaia di persone, compresi anziani e bambini, avrebbero continuato a bere acqua inquinata da sostanze tossiche e cancerogene. Questi signori- aggiunge - minacciavano querele nei confronti di chi cercava di far emergere una verita' che tenevano nascosta. E' davvero preoccupante - conclude Acerbo - che i protagonisti negativi di questa vicenda siano tra gli esponenti di punta del Partito Democratico nella nostra provincia e Regione, degli autentici campioni delle preferenze accumulate tramite un sistema di potere clientelare costruito proprio a partire dalla gestione dei servizi idrici".
claudiomeloni; ; commenti ?

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